In Giappone, quando i pendolari perdono l’ultimo treno per ritornare a casa, sempre più spesso, trascorrono la notte nei “Capsule hotel”, alberghi le cui stanze sono delle vere e proprie capsule di circa 2 metri di lunghezza per 1 metro di larghezza e 1,25 metri di altezza.
Questi singolari (per noi occidentali) blocchi modulari forniscono uno spazio minimo in cui pernottare e sono dotati di un letto, un televisore, di connessione gratuita e aria condizionata.
Gli alberghi capsulari sono diffusi nelle città giapponesi ad alta densità demografica, in cui lo spazio è ridotto e la vita scorre frenetica. Costruiti in plastica o fibra di vetro, sono luoghi impersonali, in cui prevale l’aspetto funzionale. Ma per la prima volta, a Tokyo, è sorto un capsule hotel dall’aspetto contemporaneo, dotato di comfort.
Lo studio di architettura di Jo Nagasaka ha ristrutturato Do-C (0 ℃), un albergo di otto piani a capsule di Tokyo, con rifiniture contemporanee ed un’atmosfera più intima e confortevole.
L’albergo, situato nel quartiere Shibuya della capitale, è stato rivestito con mobili e scaffalature in compensato, pavimenti in calcestruzzo scuro e fibra rinforzata in plastica trasparente. Al primo ed al settimo piano della struttura sono state aggiunte una serie di saune finlandesi.
Il risultato è uno stile industriale, in un mix di linee pulite e finiture retrò.
Il progetto di ristrutturazione è stato commissionato da Nine Hours, un marchio alberghiero che ha aperto una serie di nuovi hotel capsula in Giappone.