Si chiama Tiébélé ed è un piccolo centro abitato, fondato nel XV secolo, che appartiene al popolo dei Kassena.
Alcuni anni fa, la fotografa Rita Willaert e la travel blogger Olga Stavrakis furono tra le pochissime persone ammesse all’interno dei suoi confini, così colsero l’occasione per immortalare gli edifici più peculiari di un luogo così remoto e magico, avvolto dal mistero di tradizioni e modus vivendi che si perdono nella notte dei tempi.
Le due avventuriere furono obbligate a seguire alcune regole essenziali e per noi insolite, come non indossare nulla di rosso o avere con sé un ombrello, in modo da non mancare di rispetto al popolo locale, al capo tribù e al suo seguito, dato che alcune usanze vietano certi comportamenti alle persone “comuni”.
La maggior parte delle case sono realizzate con l’argilla e quelle delle famiglie più importanti sono decorate con simboli e figure geometriche dal significato religioso.
Le pareti vengono decorate dopo la stagione delle piogge. Le donne, per realizzare i disegni, utilizzano il colore nero ottenuto annerendo le pietre sul fuoco. Una volta terminate, le decorazioni vengono protette dalla pioggia e dalle intemperie grazie all’utilizzo di una speciale tinta naturale.