Nei pressi di un’antichissima città della Siria, Ugarit, sono state trovate da alcuni archeologi delle tavolette incise con diverse iscrizioni nella lingua degli Hurriti, una popolazione della Mesopotamia, vissuta durante l’Età del Bronzo.
Dopo un attento studio dei segni grafici impressi, gli esperti sono riusciti a capirne il significato e a fare una sensazionale scoperta: si tratta di notazioni musicali che presentano specifiche istruzioni su come suonare alcuni inni sacri.
Gli studiosi sono stati in grado di tradurne uno, quello dedicato alla dea Nikkai, protettrice della fecondità.
La “canzone” che è risultata dalle trascrizioni prevede una notevole conoscenza della scala diatonica di sette note e compone un’invocazione alla divinità da parte di una donna che non poteva avere figli.
La melodia è antecedente al 1400 a.C. e molto probabilmente veniva eseguita con uno strumento cordofono simile alla lira.