Un’ipotesi sostenuta dal gruppo di ricercatori dell’Università di Yale, la cui ricerca è stata poi pubblicata sulla rivista “Astrobiology”. Il team di ricercatori hanno osservato a lungo le faglie attive che si trovano all’interno delle isole scozzesi Ebridi. Proprio qui, il continuo sfregamento tra le rocce che viene causato dai terremoti, ha come conseguenza la nascita di rocce del tutto nuove in cui si trova una notevole concentrazione di idrogeno. Proprio quest’ultimo va a permettere la creazione di nuove forme di vita.
Intanto ecco la scoperta che ha rivoluzionato la storia di questo pianeta! DAI TERREMOTI UNA QUANTITÀ DI IDROGENO SUFFICIENTE PER LA COMPARSA DI MICROSCOPICHE FORME DI VITA In realtà Marte non ha una grande attività sismica, ma secondo i ricercatori i terremoti che si verificano sul Pianeta Rosso sarebbero in grado di produrre una quantità di idrogeno notevole. Sufficiente, tra l’altro, per garantire la comparsa di microscopiche concentrazioni di batteri, in periodi comunque circoscritti.
LA MISSIONE INSIGHT DELLA NASA SU MARTE FORNIRÀ LE POSSIBILI CONFERME Sembra comunque solo una piccola parte di quello che ci nasconde il suo marziano, dove potrebbero esserci nascoste fonti di energia che ancora non conosciamo. In base a quanto sostengono i ricercatori, per poter individuare delle forme di vita su Marte sarà necessario effettuare l’analisi di rocce e minerali che si trovano in profondità, proprio nei pressi delle faglie. La missione InSight della Nasa prevista per il 2018 potrebbe dare importanti conferme, sempre che Elon Musk non decida di portarvi prima sul Pianeta Rosso!