Nelle installazioni scultoree di Hans Op de Beeck, l’unico tocco di colore è dato dallo spettatore.
Le opere dell’artista belga sono sculture complesse: figure umane a grandezza naturale e natura morta, in cui la varietà cromatica è ridotta al minimo. I colori virano dal bianco al grigio, al nero.
Dell’artista visuale, regista teatrale, drammaturgo, compositore e pittore, è monumentale La Casa del Collezionista, un’installazione di 250 metri quadrati. L’opera rappresenta una sala di grandi dimensioni. Un pianoforte a coda, una biblioteca, vetrine con oggetti decorativi, tavoli, divani, figure antropomorfe, dipinti rivestono la scena. Al centro della stanza si trova la riproduzione di una fontana d’acqua, su cui galleggiano ninfee.
Le sculture sono ispirate all’antichità, al modernismo e all’arte contemporanea.
Tra le opere d’arte ci sono riproduzioni di oggetti e rifiuti, apparentemente dimenticati : cartoni vuoti della pizza, bottiglie di birra, posacenere pieni di mozziconi di sigarette, computer portatili e telefoni cellulari.
L’artista evoca una realtà quasi pietrificata, che invita lo spettatore a porsi domande su come viviamo, come ci presentiamo agli altri e qual è la nostra identità più profonda.
“Credo nell’autenticità del falso – afferma Op de Beeck – attraverso il finto è possible creare un’esperienza artistica” che entra in risonanza con lo spettatore e lo invita a prendere una maggiore consapevolezza della propria esistenza”.