Sicuramente si è trattato anche di una provocazione: “sprecare” una somma relativamente modesta di soldi, per far notare quanto ormai la valuta virtuale abbia preso piede nella nostra vita, grazie a pagamenti on-line, carte di credito, bancomat e quant’altro.
L’idea è stata anche quella di dimostrare che dietro a qualunque oggetto di uso quotidiano si nasconde un potenziale estetico.
Così, in collaborazione con The New Yorker, è nato il progetto “Money” (moneta, denaro) e la serie di creazioni spettacolari che lo compone, con dimensioni e forme incredibilmente variegate.