Si tratta di un piccolo spazio perfettamente inserito nel contesto urbano circostante.
Lebrel ha costruito un carrello di metallo e compensato (il pavimento dello studio), che scorre su binari agganciati alle travi di calcestruzzo del cavalcavia grazie ad una manovella che, azionata manualmente, permette di raggiungere la parete della struttura, costituita da alcune mensole fissate al cemento del ponte.
Un tavolo da lavoro, una sedia, l’illuminazione e pochi oggetti personali completano l’arredamento minimalista del rifugio segreto.
Lebrel non ha voluto rendere noto il luogo esatto in cui ha costruito lo studio dove, a volte, passa la notte, osservando indisturbato le macchine e i treni che passano.
Per il designer spagnolo è un modo di isolarsi, di trovare la giusta concentrazione per lavorare e per staccare la spina, godendosi un po’ di pace.
“Volevo provare la sensazione di non essere visto da nessuno – ha spiegato Fernando Abellanas – mentre ancora si è in grado di ascoltare e vedere ciò che accade intorno a noi. Come nei nostri giochi da bambini, quando ci nascondevamo sotto a un tavolo, coperti dalla tovaglia, per starcene isolati, ma allo steso tempo vicini agli altri”.