Nella serie Nude Portraits il fotografo Trevor Christensen mette in gioco se stesso prima di tutto. Se vi aspettate di vedere i classici ritratti di nudo siete sulla strada sbagliata, perché l’unica persona svestita in queste immagini è dietro l’obiettivo. Che qualcosa di insolito stia accadendo si percepisce dall’atteggiamento dei soggetti fotografati: mani che coprono gli occhi, volti stupiti e alcuni parecchio divertiti.
Nonostante sia un fotografo con grande esperienza, Christensen ammette che inizialmente è stato piuttosto difficile: “Anche con le persone che conoscevo, era strano e stressante portare avanti una conversazione e dirigere un ritratto mentre ero nudo e le prime foto non mi sono piaciute molto”.
Poi col tempo le cose sono cambiate, “non ero più così intimidito dall’esperienza come all’inizio ed ho notato che anche i soggetti non sembravano più reagire così fortemente alla mia nudità”. Il risultato è una serie che mette a nudo il modo in cui inconsapevolmente elaboriamo la vulnerabilità altrui, in un gioco di specchi in cui ad essere immortalata è una “conversazione” silenziosa tra corpi.