Si trova in Germania la prima Radschnellweg (sigla RS1), una vera e propria autostrada per biciclette lunga 21 chilometri, tra Essen e Duisburg, nel cuore della Ruhr.
Mira a facilitare gli spostamenti di lunga percorrenza, garantendo sicurezza e perfetta viabilità: lungo tutto il tragitto sono state ridotte al minimo curve e semafori, realizzando un percorso lineare, grazie anche all’asfalto nuovo di zecca e alla netta separazione tra pista ciclabile e strada pedonale. La superstrada è ampia 6 metri e consente sorpassi rapidi e non pericolosi.
A lavori terminati, la Radschnellweg avrà uno sviluppo di 101 km e arriverà fino ad Hamm.
Anche l’Inghilterra e l’Olanda stanno lavorando a progetti simili, che nell’arco di pochi anni porteranno la bici ad essere il mezzo favorito per spostamenti sia brevi che lunghi e contribuiranno in maniera consistente a decongestionare le città dal traffico dei veicoli e a liberarle dallo smog. Una svolta ecologica sicuramente positiva.
E pure in Italia qualcosa si muove: la legge di stabilità prevede, infatti, una cifra intorno ai 91 milioni di euro, stanziata per progettare e realizzare un sistema nazionale di ciclovie.
Secondo i meglio informati la capostipite delle “autostrade per biciclette” sarebbe la Veloroute olandese tra L’Aia e Tilburg, nata negli anni Ottanta del secolo scorso. A Londra si parla di Cycle-Superhighways e a Basilea, in Svizzera, esistono delle Velo-Expressroute, come avviene nell’hinterland di Copenaghen per collegare i quartieri periferici alla capitale danese. Ma la RS1 tedesca ha dalla sua il fatto di essere stata concepita come un percorso interurbano autonomo che garantisce, tra l’altro, standard d’utilizzo uniformi.